Impianti a carico fisso All On Four

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Impianti a carico fisso All On 4

Una protesi dentale mobile potrebbe creare diversi disagi al paziente, come ad esempio l’insufficiente stabilità dei denti o il fastidio di doverla rimuovere ogni volta per poter procedere con una corretta igiene orale. Quella che comunemente viene definita “dentiera” potrebbe finire per causare una serie di problemi estetici e psicologici, soprattutto nei pazienti più giovani. Ma come ovviare al problema? Oggi è possibile fissare la protesi dentale in modo permanente con la tecnica All in Four, così da renderla stabile.

Il metodo All On Four, cos’è?

Si tratta di una tecnica odontoiatrica moderna, che permette di ripristinare intere arcate dentali sia quando queste risultano molto danneggiate e compromesse, sia nel caso in cui ci troviamo di fronte a zone completamente prive di denti.

Il termine inglese All on four sta a indicare la particolare procedura che prevede il posizionamento in un unico intervento di una serie di impianti in posizioni strategiche (da cui il nome che tradotto significa appunto “tutto su 4”), così da riabilitare un’arcata completa con denti fissi e consentire al paziente di recuperare il sorriso e tutte quelle funzioni originarie in pochissimo tempo. Per raggiungere questo scopo si utilizzano 4 impianti, inserendo quelli posteriori con una inclinazione angolata in modo da sfruttare al meglio l’osso disponibile e bypassare strutture importanti, come i nervi mandibolari e i seni mascellari.

Come anticipato l’intervento si svolge in un’unica seduta e prevede una procedura a carico immediato. In questo modo il paziente potrà “recuperare” il sorriso, le normali funzioni della masticazione e della fonetica in sole 24 ore.

Al contrario di altre tecniche di implantologia, con All-on-one le protesi vengono avvitate subito agli impianti, senza la necessità di dover attendere 3/6 mesi per consentire il processo di osteointegrazione completa.

Perché scegliere l’implantologia all on four?

Questa tecnica odontoiatrica consente a coloro che hanno subito la perdita di denti in passato, di riavere una dentatura completa e funzionale al 100%. I nuovi denti consentiranno di ritrovare il sorriso, ma anche di recuperare le normali funzioni di masticazione ed eliminare i problemi di fonetica spesso derivanti proprio dall’assenza di denti, con una soluzione che sembrerà assolutamente naturale e abbinata al palato e che risulta essere ben tollerata anche nei pazienti più anziani.

La tecnica è nata come alternativa ai più complessi interventi di rigenerazione ossea, per consentire anche a quei pazienti che dispongono di una moderata quantità d’osso in posizioni “strategiche” (come il mento o la zona anteriore del mascellare superiore) di recuperare un’arcata completa fissa su impianti senza dover effettuare procedure d‘innesto o amento osseo. Oggi questa tecnica viene proposta con successo ai pazienti edentuli (che non hanno più nessun dente su una o entrambe le arcate) come soluzione fissa equiparabile a livello meccanico a soluzioni con più impianti. Può prevedere da un minimo di 4 a un massimo di 6 impianti, in quest’ultimo caso si parla di All On 6, per risolvere la maggior parte di problematiche riguardanti la riabilitazione di intere arcate dentali. Il numero di impianti potrà essere vincolato a problemi di carenza ossea, soprattutto nelle zone posteriori della mandibola o della mascella. Sarà il medico dentista a stabilire se sia possibile procedere con l’implantologia All On Six oppure con quella All on four.

L’implantologia All on Four suscita perplessità in molti pazienti. Sono molte le domande che possono sorgere su questa tipologia in impianti fissi. Ecco le più frequenti.

Il termine inglese tradotto significa letteralmente “Tutto in Quattro” e descrive un intervento in cui un’intera arcata dentale (superiore o inferiore) viene impiantata in bocca fissandola a solo quattro viti implantari, che fungono da pilastri, posizionate in punti strategici. Si tratta di una procedura a carico immediato, che in un solo giorno consente di installare impianti e protesi provvisorie. Dopo alcuni mesi, quando il tessuto gengivale sarà completamente guarito, il medico dentista procederà con la sostituzione delle protesi, mettendo quelle definitive.

Questo impianto non è la soluzione più indicata per tutti, e la scelta va ponderata scrupolosamente con il dentista. Il paziente ideale è quello che ha una edentulia totale, oppure presentano dei residui dentari in una condizione progressivamente peggiorativa.   

Non vi sono invece limitazioni in presenza di riduzione dell’osso mascellare, problema che viene risolto con l’inserimento degli impianti in modo tale da massimizzare l’utilizzo dell’osso esistente.

Una volta confermata l’idoneità del paziente, il medico procede con l’acquisizione dell’impronta dentale, che fornirà una fedele riproduzione della condizione delle arcate. In laboratorio verranno poi realizzate le protesi, che saranno inserite nella bocca del paziente dopo averlo sottoposto ad anestesia plessica dell’arcata mandibolare.

La prima fase dell’intervento consiste nell’esporre il processo alveolare, a cui segue una verifica delle condizioni generali per poter procedere. A questo punto vengono inseriti gli impianti, prima quelli inclinati posteriori, poi quelli dritti anteriori. Su questi si innestano le connessioni protesiche, dopodiché il chirurgo dentista applica una sutura riassorbibile.

L’ultima fase operatoria prevede la rilevazione dell’impronta, sulla quale verrà confezionata una protesi provvisoria.

Durante l’intervento il paziente non accuserà dolore, poiché questo verrà eseguito in anestesia locale. Nella fase post-operatoria potrebbe verificarsi fastidi, dolore o gonfiore, che potranno essere gestiti con specifici antidolorifici e anti-infiammatori che lo stesso dentista prescriverà al paziente.

La differenza tra i due impianti consiste nel numero di viti implantari utilizzate per creare i pilastri sui quali poggerà l’intera arcata dentale. Nel primo caso si avranno solo 4 viti, mentre nel secondo le viti saranno sei.

Non è possibile dire quale delle due tecniche sia migliore, e in genere la scelta viene fatta in funzione del materiale che andremo a utilizzare. In genere si predilige un impianto all on four in presenza di protesi in composito, più leggere, mentre si tende a scegliere sei viti di ancoraggio quando parliamo di protesi in zirconio o ceramica.

Sicuramente laddove possibile, il ricorso all’implantologia All on Four consente di fornire al paziente che ha perso tutti i denti naturali, il completo recupero della funzione masticatoria e fonetica in tempi brevi e riducendo la necessità di interventi più invasivi e complessi.

I tempi di recupero saranno decisamente più brevi rispetto a quelli previsti per le protesi tradizionali, e anche il disagio post-operatorio per il paziente sarà minore.

Dal punto di vista estetico l’impianto All on Four assicura al paziente risultati assolutamente naturali e il recupero di un bel sorriso.

Trattandosi di un’implantologia a carico immediato, il paziente potrà tranquillamente tornare a casa dopo l’intervento. Vi sono tuttavia alcuni comportamenti da evitare nelle ore e nei giorni immediatamente successivi. Sono sconsigliati cibi particolarmente duri o gommosi, e viene invece prescritta una corretta e frequente igiene orale.

La clinica dentale dovrebbe anche prevedere una serie di esami e controlli, tra i quali un’ortopantomografia per certificare il posizionamento degli impianti e il corretto accoppiamento della componentistica protesica. Anche l’esecuzione di radiografie endorali potranno dare indicazioni periodiche del livello osseo e delle condizioni dell’impianto.

Può capitare di imbattersi in chirurghi dentisti che sconsigliano questo tipo di impianto fisso, sostenendo che può dare problemi di stabilità, difficoltà nella manutenzione o problemi nella fonetica. Alcuni sostengono che un’intera arcata tenuta in posizione da quattro sole radici finirebbe per non essere ben ancorata alla mascella, o che i residui della masticazione possono infiltrarsi al di sotto della protesi. Altri sconsigliano la All on Four perché, a loro dire, potrebbe causare un lieve sibilo quando il paziente parla. Il problema sarebbe dovuto al fatto che non tutti i denti sono perfettamente ancorati alla mascella. Quanta verità c’è in queste informazioni? Noi riteniamo che la buona riuscita di un impianto all on four dipenda principalmente dalla clinica scelta e dalla professionalità dell’equipe medica. Sicuramente non tutti i pazienti sono “idonei” a questa tecnica, e se un chirurgo dentista sceglie la all on four quando invece il “peso” della protesi necessiterebbe di almeno sei viti di ancoraggio, è chiaro che questa offra poca stabilità. Ma una scelta ponderata e un intervento eseguito a perfetta regola d’arte potranno garantire ottimi risultati anche con quattro pilastri soli, laddove le condizioni lo consentano. Un’installazione ottimale riuscirà anche a prevenire il rischio di sibili, poiché le viti, posizionate in posizioni strategiche e in parte inclinate, riusciranno a garantire una perfetta aderenza della protesi.

Se correttamente mantenuto, con adeguati controlli e livelli di igiene orale ottimali, un impianto di questo tipo può durare anche tutta la vita.

I costi dell’impianto All on Four possono variare a seconda delle tipologie di materiale scelto, della complessità dell’intervento e della clinica scelta. In genere è comunque possibile avere un preventivo gratuito, personalizzato e senza impegno.